Sunday, August 27, 2017

 

A Man from Another Age

Ennio Flaiano (1910-1972), The Via Veneto Papers, tr. John Satriano (Marlboro: The Marlboro Press, 1992), p. 251 (from an interview with Giulio Villa Santa):
Villa Santa: This evening it seems to me, Flaiano, that you have opened yourself up as perhaps you have never done before, that you have revealed an anguish and above all a faith behind your humour. But this gives rise to the suspicion in me that at bottom you are a man from another period if not from another age altogether; is that an unfounded suspicion?

Flaiano: It's a legitimate one. We don't know who we are, we are just so many passengers without baggage, we are born alone and we die alone. A writer once quoted me in a book of hers, and in the English translation the English writer translated my name as Ennius Flaianus, thinking that this Ennio Flaiano was some Latin author. A few months later we met each other in a restaurant in Rome and were introduced and, naturally, she experienced an awkward moment, for she didn't think that this ancient writer was still alive. However, we did agree that certain characteristics of my person, a certain style of life, indicated that she was right. I perhaps was not of this age, am not of this age. Perhaps I belong to another world: I feel myself more in harmony when I read Juvenal, Martial, Catullus. It's probable that I'm an ancient Roman who is still here, forgotten by history, to write about the things that the others wrote about far better than I — namely, let me repeat, Juvenal, Martial, Catullus.
The Italian:
Villa Santa: Questa sera, mi sembra, Flaiano, che Lei si sia aperto come forse non ha fatto mai; e che abbia rivelato un'angoscia e soprattutto una fede dietro il Suo umorismo. Ma questo mi fa nascere il sospetto, in conclusione, che Lei in fondo sia un uomo di un'altra epoca, se non di un'altra èra. È un sospetto infondato?

Flaiano: È un sospetto lecito. Noi non sappiamo chi siamo, siamo passeggeri senza bagagli, nasciamo soli e moriamo soli. Una volta, una scrittrice mi citò in un suo libro, e nella traduzione inglese lo scrittore inglese tradusse il mio nome in Ennius Flaianus, credendo che questo 'Ennio Flaiano' fosse uno scrittore latino. Dopo qualche mese c'incontrammo in una trattoria di Roma, ci presentammo e lui rimase molto male, naturalmente, perché non pensava che questo antico scrittore vivesse ancora. Tuttavia, fummo d'accordo che certi caratteri della mia persona, un certo modo di vivere, gli davano ragione. Io forse non era di quest'epoca, non sono di quest'epoca. Forse appartengo a un altro mondo: io mi sento più in armonia quando leggo Giovenale, Marziale, Catullo. È probabile che io sia un antico romano, che sta qui ancora, dimenticato dalla storia, a scrivere cose che gli altri hanno scritto molto meglio di me, cioè, Catullo, Marziale, Giovenale.
Hat tip: Eric Thomson.



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